11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

mercoledì 19 marzo 2008

069


« N
on ti avevo sentita arrivare… » commentò Midda, con simulata tranquillità nella voce, rimproverandosi interiormente di essersi fatta cogliere tanto alla sprovvista.
« E’ normale… i rumori di fondo a bordo di una nave sono tanti e distraggono facilmente. » sorrise sinceramente Berah verso di lei « Vedrai che in un paio di giorni ti sarai nuovamente abituata ed i tuoi sensi torneranno ad essere fini come sempre. »
« Comunque non ho detto nulla che non potesse essere ascoltato... » annuì la mercenaria « Credo che tu sappia già tutto di me, vero? »
« Sì. » confermò serenamente la marinaia « Anche se ammetto di non averti mai immaginata così. Prima non mentivo nel complimentarmi con te… sei una donna di rara bellezza. »
Quelle parole colsero nuovamente in contropiede la donna guerriero, che non seppe in un primo momento come replicare salvo poi recuperare lucidità di pensiero e rispondere con tono scherzoso: « Detto da una come te non so se considerarlo un complimento o un’offesa… »
« Una come me? » domandò l’altra, non comprendendo cosa ella intendesse dire.
« Credo di non dover essere io a sottolineare le virtù indiscusse del tuo aspetto fisico. » sorrise sorniona la prima.

A quell’affermazione, fu il turno di Berah di ritrovarsi senza un’immediata possibilità di risposta, osservando prima Midda, poi se stessa ed infine anche Camne, forse a chiederle qualche opinione in merito. Ma nessuna voce le venne in soccorso e così, da sola, dovette riprendere in qualche modo a sua volta il dialogo altrimenti interrotto.

« Tu stimi il mio aspetto fisico? » domandò la figlia del mare, rivolgendosi alla propria interlocutrice.
« Non vedo ragioni per non farlo. » confermò ella, iniziando a ritrovare migliore controllo di sé in quella conversazione, grazie al punto portato a segno « Come diceva anche Camne sei una donna molto bella, fuori e probabilmente anche dentro. Non invidiare tanta grazia sarebbe da presuntuosi… »
« Sei schietta nei tuoi giudizi. » sorrise l’altra, accarezzandosi l’avambraccio destro con la mano sinistra, segno di un imbarazzo non dichiarato « Salge aveva ragione in questo… »
« Mi dispiace se il mio ricordo può averti causato dei fastidi. » intervenne la donna guerriero, sincera in quell’affermazione.
« No… non ti preoccupare. » scosse il capo la seconda « Salge è il miglior uomo che mi sia mai capitato di incontrare e non mi ha mai fatto sentire come se vivessi alla tua ombra… al contrario, però, sono io che non sono riuscita ad evitare di farlo. »
« Non comprendo… perché? »
« Non c’è una ragione razionale… » fece spallucce ella, appena imbarazzata « Non ho potuto però evitare di paragonarmi ogni giorno con l’idea che mi ero fatta di te… e cercare in ogni modo di essere tua pari, seguendo le tue orme. »
« Spero che tu non creda che Salge abbia bisogno di questo per amarti… » scosse il capo Midda, quasi dispiaciuta a quella scoperta « Ti prego… non cercare di essere come me: io non sono un buon esempio. Anzi… dovresti essere tu per me un punto di riferimento, non il contrario. »
« Ora sono io a non comprendere… » replicò Berah « Perché dici questo? »
« Perché Salge ha scelto te e tu lo hai accettato. »

Quelle parole costarono alla donna guerriero molto più di quanto non avrebbe mai ammesso. Perché in quella frase ella stava esplicitamente ammettendo un proprio errore, uno sbaglio del suo passato che forse non si era perdonata, nel quale la di lei vita aveva preso una piega nuova, una strada diversa: se solo avesse avuto il coraggio, avesse avuto la forza di cedere al proprio cuore, ai propri sentimenti, la sua vita sarebbe stata completamente un’altra e non avrebbe probabilmente subito la triste evoluzione poi conseguita.
Midda non odiava la propria esistenza, non detestava il proprio lavoro, non si riteneva frustrata da ciò che il destino le aveva riservato e le poteva ancora offrire. Ma, al tempo stesso, non poteva e non voleva augurare di ripercorrere quella stessa via a nessun’altra donna al mondo, tantomeno a chi a lei si offriva in maniera apparentemente onesta e generosa, laddove al contrario avrebbe avuto ogni ragione per non volerla neanche incontrare.

« Queste tue parole significano molto per me. » commentò dopo un lungo istante di silenzio la marinaia « Ti ringrazio per esse… »
« Ora però basta con i salamelecchi. » sorrise la mercenaria, a rompere l’atmosfera malinconica creatasi « Siamo due donne adulte, affascinanti e capaci di tenere testa a qualsiasi idiota ci si possa parare di fronte… che sono questi discorsi pesanti? »
« Dici che dovremmo metterci a spettegolare su Salge? » propose Berah, accogliendo la nuova piega scherzosa del dialogo proposta dalla guerriera.
« Ovviamente sì. » strizzò ella il proprio occhio sinistro, verso l’altra « Scommetto che quella canaglia vi ha raccontato in ogni minimo dettaglio la battaglia di Meriath ma non ha mai accennato a quando si fece incastrare da due prostitute, ritrovandosi nudo ed incatenato ad un letto gettato in mare… »

Camne strabuzzò gli occhi all’immagine così descritta, mentre la seconda donna si aprì in un largo sorriso malizioso, socchiudendo appena gli occhi con fare felino.

« In effetti non mi pare di aver mai sentito questa storia… » commentò accarezzandosi appena il mento con la punta delle dita della mano destra.
« Lo immaginavo. » sorrise con un’espressione fra il divertito ed il sadico la donna guerriero « E dubito anche che vi abbia narrato di quando non comprese di essersi sposato con la figlia di un capotribù nelle isole centrali: credo che il padre della fanciulla voglia ancora la sua testa come ornamento per la propria cintura. »
« E’ per questo che rifiuta da sempre missioni verso quella zona! » esclamò Berah, scoppiando a ridere a quelle parole « Credo proprio che tu ed io diverremo buone amiche, Midda Bontor! » aggiunse poi, tendendo verso la donna le proprie braccia.
« Concordo! » rispose ella, sinceramente felice di aver già chiarito ogni cosa con la nuova compagna, in previsione del lungo viaggio che le avrebbe viste vivere spalla a spalla in uno spazio decisamente stretto per contenere anche dei dissensi o delle stupide gelosie « Anche se credo che Salge non sarà affatto contento di questa alleanza… non immagini quanto abbia da raccontarvi su di lui! »

E tutte le presenti in quella cabina, Camne inclusa, non poterono che ridere di cuore alla prospettiva dei giorni che le avrebbero attese nella navigazione verso nord, ricche di divertenti aneddoti, di sano divertimento e di un po’ di tranquillo e cordiale cameratismo, come solo la Jol’Ange sapeva garantire al proprio equipaggio.

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