11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

martedì 14 aprile 2009

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« H
ai ragione e ti domando scusa. » ammise, abbassando leggermente la propria spada a dimostrazione di una chiara volontà di dialogo, in un gesto più formale che sostanziale laddove, se necessario, avrebbe potuto tornare rapidamente alla gola della giovane « Non avrei dovuto giudicarti per quanto apparivi disposta a fare: non ne ho alcun diritto. »
« Grazie. » commentò la principessa, con tono ancora stizzito ma ora appena rasserenato, lasciando volontariamente ambigua la ragione di tale ringraziamento, dove avrebbe potuto essere imputato tanto alla risposta offertale quanto semplicemente alla lama ritirata.
« Vogliamo sederci? » propose quindi la mercenaria, offrendo con la propria destra via libera in direzione del tavolino sul quale erano solite sfidarsi a chaturaji e sul quale, non a caso, era appunto riposta con cura la scacchiera appartenente all'aristocratica y'shalfica.
« In che veste mi offri questa richiesta? » domandò l'altra, incerta « Quale mia amica o come mia nemica? »
« Non ho alcuna ragione per esserti nemica, per quanto le circostanze possano far pensare in senso contrario… » negò, scuotendo il capo « Se preferisci possiamo continuare a parlare in piedi, ma credo, comunque, che sarebbe molto meglio per entrambe cercare di favorire un reciproco rilassamento… »

Nass'Hya restò per un momento apparentemente incerta su come agire, su quale risposta concedere alla propria interlocutrice, non avendo ancora ben chiaro in quale veste doverla considerare: probabilmente avrebbe errato a ritenerla una propria nemica, dove volendole nuocere avrebbe avuto molte occasioni per farlo senza attenere quel particolare momento, senza rischiare uscendo allo scoperto come aveva appena fatto e come già era accaduto in occasione dell'attacco dei guerriglieri. E proprio pensando nuovamente a tali eventi, la fanciulla non poté negare come M'Aydah, o chiunque ella realmente fosse, avesse chiaramente agito non per il suo male, quanto per la sua salvezza, intervenendo in contrasto ad una creatura sovrannaturale, contro la quale alcun alto avrebbe avuto, probabilmente, la lucidità ed il coraggio di offrire battaglia. In conseguenza di tale riflessione, ella decise di concedere alla donna una possibilità per offrire delucidazioni in merito alle proprie intenzioni, dove del resto non avrebbe avuto molte altre alternative a propria disposizione nella situazione in cui si era venuta a trovare.

« E sia. » acconsentì, pertanto, muovendosi con passo tranquillo e controllato nella direzione indicatale, per accomodarsi al proprio solito posto, quasi come se dovessero iniziare una nuova e consueta partita.
« Grazie. » riconobbe ora la mercenaria, spostandosi dopo di lei a prendere a sua volta posto al tavolo, appoggiando con delicatezza la propria spada sullo stesso, per mantenerla a portata di mano e, pur, disporsi senza aperta animosità nei confronti della compagna, dove ancora non avrebbe gradito considerarla propria vittima, preda.
Dopo un nuovo istante di silenzio, in un confronto psicologico fra le due parti in gioco, fu la principessa a prendere parola, inspirando ed espirando a fondo per mantenere lucidità in quel frangente: « Se mi posso concedere la domanda… M'Aydah è realmente il tuo nome? »
« Sì… o quasi. » sottolineò l'altra, con un sorriso accennato « Il mio nome è Midda Bontor. M'Aydah si potrebbe considerare un adattamento locale… necessario per mantenere una certa discrezione nello svolgimento della mia missione. »
« Midda… Bontor… » ripeté la giovane, quasi a soppesare ogni singola sillaba di quel nome, volendo mettere alla prova, in ciò, la propria memoria alla ricerca di qualche riferimento verso di esso « Non mi giunge come nuovo… chi sei? »

La donna guerriero restò inizialmente dubbiosa sull'utilità di offrire eccessive spiegazioni alla controparte, ma poi decise che, nel dover portare a termine il proprio compito, provare la strada della sincerità avrebbe forse potuto concederle qualche frutto: se così non fosse stato, immobilizzarla e trascinarla con sé attraverso le cime dei monti Rou’Farth sarebbe certamente stato l'ultimo dei suoi problemi.
Quell'istante fuggevole di silenzio, di riflessione, però, consentì alla principessa di ricostruire un lungo filo mnemonico, arrivando ad identificarla prima di ogni ulteriore presentazione.

« Sei una mercenaria! » esclamò, riprendendo parola con aria trionfante nell'essere riuscita a comprendere attraverso quali vie avesse avuto occasione di confrontarsi con quel nome « Una mercenaria molto famosa, in effetti! » aggiunse, socchiudendo appena gli occhi nell'osservarla, quasi stesse traendo delle misure nel merito di quell'affermazione.
« Beh… non esageriamo, ora. » obiettò con naturale modestia la donna, aggrottando la fronte innanzi a tanta celebrazione.
« Non esagero… » negò, altresì, l'altra « Per quanto il tuo operato si svolga prevalentemente nel territorio di Kofreya, anche da noi non è mancato di giungere l'eco delle cronache delle tue imprese leggendarie… alle quali, in effetti, ora bisognerebbe aggiungere un nuovo capitolo. » sottolineò, nell'accennare alla vittoria riportata sull'algul.
« Ecco… forse è meglio se questo nuovo capitolo venisse rimandato il più a lungo possibile. » sorrise ironicamente la mercenaria, arricciando le labbra « Non credo che molti dei tuoi connazionali sarebbero tanto entusiasti di sapermi qui… »

Innanzi a quel tono di voce, la fanciulla non poté evitare di dimenticarsi della particolare situazione in cui si erano venute a ritrovare, scoppiando a ridere divertita. In fondo, a prescindere dal nome con il quale si sarebbe potuta far chiamare, delle vesti che avrebbe potuto indossare, lo spirito di Midda, o M'Aydah che ella fosse, era sempre rimasto fedele a se stesso, sempre coerente con il proprio modo di fare, con la propria percezione della vita e dell'universo: per tale ragione, e ancor senza considerare tutti i sospetti che dalla sera del giorno di transizione in ella erano continuamente cresciuti, agli occhi della principessa la propria compagna non sarebbe poi potuta essere considerata quale una persona diversa da quella con la quale aveva imparato ad apprezzare trascorrere il proprio tempo, ridere e scherzare facendosi beffa del mondo intero e di tutte le sue stupide regole, di tutti i suoi assurdi limiti.

« Non posso darti torto! » ammise, ritrovando voce nel placare il proprio riso « Probabilmente, nonostante tu ci abbia salvato tutti, saresti condannata immediatamente a morte semplicemente in virtù delle tue origini... »
« … che non sono kofreyote, ma a questo punto non credo sarebbe poi molto importante! » precisò la Figlia di Marr'Mahew con il medesimo tono già adoperato, inarcando un sopracciglio.

Nass'Hya rise di nuovo e di ciò Midda non poté che essere sinceramente soddisfatta: dove, infatti, il rapporto fra loro fosse riuscito a restare cordiale, forse avrebbe potuto ancora perseguire il proprio piano originale, evitando di ricorrere ad un rapimento nel senso stretto del termine e limitandosi, semplicemente, ad aprire la strada della giovane verso nuove occasioni, le quali sarebbero potute esserle offerte forse a Kriarya, insieme a lord Brote, o forse altrove, dovunque il destino l'avrebbe sospinta.

« Bene… perdona ancora la mia curiosità ma è da quando ti ho vista agire contro quella jinn che desideravo conoscere il tuo nome. » spiegò la nobildonna, con apparentante tranquillità ora « Ma ora, tornando a noi: poco fa, hai detto di volermi chiarire le ragioni della tua presenza… »
« Esattamente… » annuì la mercenaria.
« Bene… ti ascolto, allora! » le concesse, con assoluta trasparenza, volendo realmente comprendere meglio quella bizzarra realtà in cui gli dei avevano deciso di porla, prima ancora di decidere qualcosa a tal riguardo, fosse anche preoccuparsi o no per quanto stava accadendo.

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