11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

mercoledì 21 luglio 2010

922


T
i amo.

So che queste non sono le parole migliori per esordire in una lettera, soprattutto se colei che scrive, pochi giorni fa, ha infilato la propria spada nel ventre di colui che leggerà il contenuto della medesima, ma qualsiasi diverso esordio sarebbe apparso retorico e, pertanto, fasullo.
Non so se tu crederai a questa verità, ma… ma… nulla: certo che tu crederai a queste parole!
Se tu non vi avessi creduto, non ti saresti gettato quale uno stupido imprudente suicida contro di me, nel momento peggiore per tentare di valutare quanto effettivamente affilata avesse da considerarsi la lama bastarda della mia arma. Ciò nonostante sembra assurdo scrivere tali parole, pur sincere, oneste, come poche volte mi è capitato di essere con un uomo, a seguito di eventi tanto tragici, tanto assurdi, quali quelli che hanno condotto alla morte di due tuoi parenti e alla tua quasi uccisione.

Da brava vigliacca, qual ora mi scoprirai essere, non ho la forza di concedermi un confronto diretto con te, nel momento in cui sarai nelle condizioni adatte per discutere: domandami di affrontare una chimera, di spazzare interi eserciti di morti viventi, di combattere contro gorgoni, tifoni, ippocampi, contro tutto ciò che io possa sfidare con una spada in pugno, ma non chiedermi di affrontare il tuo volto colmo di sincero affetto verso di me, di amore illimitato verso chi, comunque, non lo merita, verso chi ti ha tenuto all'oscuro di troppe verità. Verità in conseguenza alle quali hai rischiato di perdere la vita.
Mi conosci, Be'Sihl. Mi conosci da più di dieci anni e sai perfettamente come sono fatta… e non intendo a livello meramente fisico. Sono capace di dichiarare guerra agli dei per semplice diletto, per banale noia, ma in campo sentimentale sono una frana. Non so se, forse, tutto ciò possa essere in qualche modo giustificato in conseguenza a quanto occorso nei giorni in cui fui costretta ad abbandonare le vie del mare per quelle della terra, ritrovandomi, in ciò, anche ad allontanarmi per sempre da chi all'epoca ho amato e, in tal modo, ho perduto. Forse sì, o forse no. Forse, semplicemente, sono un'idiota, incapace di legarsi sentimentalmente a qualcuno in maniera stabile, incapace di accettare di poter rinunciare a una parte di sé per donarla, completamente, al proprio compagno. Pur considerando ciò, con te credo di essermi comportata forse anche peggio che con chiunque altro, decidendo, dopo oltre un decennio, di accettare la nostra relazione nel solo momento della mia intera vita in cui non avrei potuto concedermi tale occasione… meravigliosa occasione, senza in conseguenza di ciò porre in dubbio il tuo stesso futuro.

No. Non sto esagerando. Non so enfatizzando un problema praticamente inesistente nella volontà di allontanarti da me, o di giustificare la mia fuga da te. Ciò che dico, purtroppo, è drammaticamente vero.
Devi sapere che, quando lo scorso inverno, mi ritrovai insieme alla principessa Nass'Hya sulla via del ritorno dal regno di Y'Shalf, attraversando i monti Rou'Farth, commisi un tremendo errore di valutazione, cercando rifugio all'interno di una colossale fortezza lì dimenticata da tempi immemori, forse da prima della stessa fondazione dei regni circostanti. In conseguenza a tale errore, per salvare la vita di Nass'Hya, nonché la mia, cercai di risolvere il precedente sbaglio commettendo un errore di valutazione ancor più terribile, errore in conseguenza al quale mi ritrovai sposata a un semidio immortale.
Hai letto bene… ho scritto proprio "sposata" e in confronto a tale concetto, persino "semidio immortale" perde, in effetti, di significato. Il suo nome è Desmair e ti assicuro che non è assolutamente il genere di compagnia che avrei mai voluto al mio fianco: più volte ho tentato di liberarmi di lui, facendolo letteralmente a pezzi, ma, sfortunatamente, egli è sopravvissuto a ogni mio attacco, rimettendosi in sesto in ogni occasione. Impossibilitata a riservarmi immediata occasione di vedovanza, confidai nella fuga quale possibile speranza di libertà: il mio sposo, infatti, è intrappolato all'interno di un quadro, o qualcosa del genere, al di fuori del quale non può spingere i propri passi...

Mi stai ancora leggendo? Comprendo che tutto questo sembra assurdo, ma, ammettilo, non è poi più assurdo rispetto ad altre mie disavventure.
Comunque sia, a inevitabile conclusione di una tale spiacevole sequenza di errori di valutazione, anche il giudizio espresso nel merito dell'impossibilità, per Desmair, di potermi raggiungere, o nuocere ai miei cari, è risultato completamente e drammaticamente sbagliato. Il mio simpatico marito, infatti, ha da subito dimostrato la spiacevole abilità di intromettersi nei miei sogni, tempestandomi, in ciò, di orrende visioni, minacce tutt'altro che velate, nel merito del tuo possibile futuro.
Rammenterai certamente quanto, il giorno del mio ritorno a Kriarya, dopo quell'avventura, fummo sul punto di… beh… sul punto di cedere. E rammenterai come, in quell'occasione, io mi ritrassi, ti rifiutai, preferendo restare da sola benché ogni fibra del mio essere invocasse la tua presenza al mio fianco e, inutile negarlo, nel mio letto. Ora puoi comprendere il perché della mia ritrosia in quel momento…

Sei sempre stato un uomo intelligente, oltre che adorabile e praticamente perfetto, e, in questo, sono certo che tu, ora, sia già in grado di trarre le necessarie conclusioni del caso: il mio delirio, la follia che è sembrata dominare la mia mente una volta raggiunto il tuo villaggio, altro non ha che da considerarsi qual intervento dello stesso Desmair, il quale, che sia maledetto per tutto questo, ha alfine dimostrato la capacità di intervenire non solo nei momenti di riposo, ma anche in quelli di veglia, trasformando il nostro sogno in un incubo tremendo e spingendomi, stupidamente, ad agire in vostro contrasto… in tuo contrasto!
Inutile sottolineare che la colpa non ha da attribuirsi solamente a quel dannato figlio d'un cane: se io non fossi la paranoica sociopatica che conosci e di cui ti sei innamorato… e, a tal riguardo, mi dovrai spiegare, un giorno, il perché?!... egli non sarebbe mai riuscito a spingermi ad aggredirvi, facendomi credere che tu e la tua gente foste una sorta di mostri mangiatori di carogne camuffati da normali essere umani.
Desidero che questo sia assolutamente chiaro: non è mia intenzione scaricare la responsabilità di quanto è accaduto sul mio sposo, là dove è stata la mia mano, e solo la mia mano, a muovere la spada che ha recato tanta offesa a tutta la tua famiglia, oltre che a te.
Ovviamente, dato che, come ho già scritto poco sopra, sei un uomo intelligente, tu sei riuscito a comprendere la natura del mio male, per quanto necessariamente ignorante nel merito delle cause dello stesso e, nel tuo sacrificio d'amore, sei persino riuscito a concedermi la possibilità di ribellarmi a lui e, soprattutto, di liberarmi, almeno temporaneamente, della pessima influenza esercitata da Desmair.
Sì… il tuo bracciale dorato ha fortunatamente funzionato… sia lode al dio che esso rappresenta.

Tante parole, e tanto spreco di papiro, per quale scopo?
Semplicemente per dirti che ti amo e che, proprio perché ti amo, non credo di poterti restare più vicina.
I giorni che abbiamo trascorso insieme, i sei mesi di viaggio per giungere sino a Shar'Tiagh, sono stati i migliori della mia intera esistenza. E tu sei il migliore amico, compagno, complice, amante e confidente che avrei mai potuto desiderare… e non lo sto scrivendo solo per lusingarti… ma non credo di poter proseguire nella nostra storia, nella nostra relazione, dopo quanto è accaduto, ammesso che tu sia tanto folle da desiderarmi ancora.
Forse tu penserai che sto solamente e indegnamente approfittando di questi tragici eventi per nascondermi davanti a te, per sfuggire al tuo dolce abbraccio come pur, prima o poi, sarebbe inevitabilmente stato. E forse avrai anche ragione nel ritenere ciò. Ma, credimi, il mio solo desiderio, nel mentre in cui scrivo questa lettera, sarebbe quello di tornare a fare l'amore con te e non, di certo, quello di rifuggirti.

Ti amo, Be'Sihl… e, proprio per questo, non posso permettere il proseguo della nostra relazione.
Torna a Kriarya o resta con la tua famiglia: fai quello che desideri ma non mi venire a cercarmi…
Non venire, Be'Sihl… non venire…

Midda

4 commenti:

Andrea Caporale ha detto...

Davvero una bella dimostrazione di scrittura. Questa lettera di Midda mi è piaciuta molto. Bravo.

Sean MacMalcom ha detto...

Ma grazie! =^.^=

Felice e onorato da tali parole...

Anonimo ha detto...

*-*
oh... che inizio superlativo...
gio

Sean MacMalcom ha detto...

Wow! =^.^=

Non sapevo che oggi fosse Natale!! ^______^
Grazie!