11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

martedì 25 ottobre 2011

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« T
hyres… » replicò la mercenaria per tutta risposta, rigirando nel loro comune giacilio ancora a occhi chiusi, per strusciarsi, con gestualità quasi felina, contro il suo petto nudo, in quella che avrebbe potuto essere interpretata quale una protesta sorniona e sensuale, a contrastare la sua richiesta « Credo proprio di star iniziando a invecchiare… » commentò poi, forse a rimprovero verso se stessa per la propria indolenza, o forse qual giustificazione diretto al proprio compagno per offrire una ragione alla medesima.
« Uhm… probabilmente sto invecchiando anche io, dal momento che ai miei occhi appari ancora quale una ragazzina. » sorrise egli, chiudendosi con dolcezza attorno al corpo di lei con le proprie braccia e piano, in tal modo, cullandola, quasi ancor più che al suo risveglio, fosse interessato a concederle ulteriore possibilità di riposo « In verità non ho mai compreso da dove tu possa ricavare tanta energia, per riuscire a fare ciò che fai… in tutti i sensi. » soggiunse, con una nota maliziosa nella voce, in riferimento implicito, e pur sufficientemente trasparente, a quanto fra loro vissuto nel corso di quella stessa notte, nonché di ogni altro momento di intimità trascorso insieme.
« E' tutto merito di una vita sana e di un'alimentazione equilibrata… » minimizzò ella, lasciandosi coccolare dal proprio compagno senza palesare alcuna protesta, malgrado la consapevolezza dell'esigenza non tanto di lasciarsi riaddormentare, ma di risvegliarsi al più presto, per la giornata sicuramente piena di eventi che l'avrebbe attesa, se tutto fosse andato come da programma.
« Una vita sana… e un'alimentazione equilibrata… tu?! » protestò egli, ora ritraendosi appena da lei non per allontanarsi o respingerla, quanto, piuttosto, per poterle rivolgere uno sguardo di trasparente incredulità attorno a tale ricetta, così come da lei scandita « E da quando?! » questionò, a ribadire la propria totale assenza di convinzione nel merito di quanto da lei proposto « Il tuo pasto, abitualmente, prevede un paio di strisce di carne essiccata e dell'acqua che non ha mai conosciuto l'attributo di fresca in tutta la propria esistenza. E per quanto riguarda il tuo stile di vita… beh… lasciamo perdere. »
« Ohi… ma qui qualcuno vuole litigare la mattina presto?! » rispose la donna, ritraendosi a sua volta da lui, nel puntare le proprie mani contro il suo petto per lì poter far leva e sospingersi indietro, e dischiudendo i propri freddi occhi color ghiaccio, a prendere contatto visivo con il proprio compagno e interlocutore « Vorrei sottolineare come, a differenza di tutte le signore imbellettate che trascorrono il proprio tempo chiuso in casa, la sottoscritta spenda la maggior parte della propria vita impegnata in sana… sanissima attività fisica, utile a smaltire le scorie e le tossine in eccesso, mantenendomi sempre giovane e bella come mi vedi ora! » definì, offrendo in ciò la propria versione dei fatti posti in discussione « O vuoi forse negare questa verità assoluta, almeno quanto l'evidenza della luminosità del sole, della luna e delle altre stelle?! »
« No… assolutamente. » negò Be'Sihl, sorridendo sereno nel confronto con lei, consapevole della chiave scherzosa, forse addirittura ludica, attraverso la quale interpretare il reale significato delle parole da lei pronunciate, non animate da una quale, effettiva volontà polemica, quanto, piuttosto, dal desiderio di un giocoso confronto con lui, quasi fossero due bambini e non due adulti così come i loro oltre tre decenni e mezzo di vita avrebbero indubbiamente definito « Non posso negare la verità assoluta da te enunciata. » confermò, riprendendo la sua ultima asserzione « Ciò nonostante, vorrei evidenziare come il tuo concetto di sana… sanissima attività fisica preveda abitualmente scontri in opposizione a ogni genere di creatura nociva che gli dei sono stati in grado di creare nel proprio tempo libero, bestie solitamente affamate di carne umana, nonché particolarmente coriacee al punto da essere considerate invincibili o, addirittura, immortali. »
« E con ciò? » questionò Midda, aggrottando la fronte e impegnandosi a esprimere, con ogni singolo muscolo facciale, l'aspetto più innocente che le fosse concesso, malgrado la terribile cicatrice presente in corrispondenza al suo occhio sinistro difficilmente avrebbe reso possibile associare una tale immagine al suo stesso volto « Non riesco proprio a cogliere la tua posizione, amor mio… »
« E con ciò sei… sei una donna incredibile, Midda Bontor. » sospirò egli, proiettandosi verso di lei per ricercare le sue labbra con le proprie, nell'invocare l'occasione di un nuovo, appassionato bacio, una nuova unione intima fra loro, fosse pur solo in tal gesto « E io sono un uomo estremamente paziente, nel permetterti di mantenere la tua dieta sregolata rinunciando a rincorrerti per tutto il mondo per costringerti a variare un po' la tua alimentazione… » soggiunse, prima di chiudersi contro di lei.

Una ricerca, la sua, che non ebbe alcuna occasione di apparire egoistica o individualistica, dal momento in cui ella non solo non si ritrasse a tale gesto, ma, anzi, si mosse al fine di permetterne un più rapido compimento, desiderosa almeno quant'egli di quel contatto, di quel primo bacio della giornata, tesoro prezioso l'occasione del quale, entrambi erano consapevoli, non sarebbe stata loro ancora a lungo concessa, dal momento in cui l'irrequietezza intrinseca nell'animo della Figlia di Marr'Mahew non le avrebbe permesso di mantenersi confinata a tempo indeterminato entro i confini né di quella loro dimora, qual a tutti gli effetti avrebbe dovuto essere considerata, né, parimenti, di quella città. E se, in quel particolare momento, Be'Sihl sapeva essere Nissa la questione di prioritaria urgenza per la propria compagna, questione che ella aveva già rimandato per quasi vent'anni e che, ormai, non era più disposta a procrastinare ulteriormente; in un altro momento, in una diversa occasione, egli era comunque certo vi sarebbe stata qualche altra missione, sfida, battaglia che ella avrebbe voluto combattere lontano di lì, in nome proprio o al servizio di un qualunque mecenate fosse stato sufficientemente abile da proporle qualcosa in grado di stuzzicare la sua fantasia e, accanto a ciò, una ricompensa comunque commisurata ai suoi sforzi, nella misura che ella non avrebbe mancato di stabilire.
Una situazione, quella propria del loro rapporto, caratteristica della loro relazione, che non avrebbe, comunque e dopotutto, dovuto essere considerata al pari di una scoperta inedita, di una inaspettata rivelazione da parte dello stesso locandiere, ove in tali termini, in simili ritmi, era da entrambi sempre stata vissuta ogni precedente rapporto, relazione venutasi a creare. Sin da quando Midda era entrata nella sua vita, ella non aveva dimostrato un'indole quieta, adatta a una vita serena o, addirittura, domestica, qual pur avrebbe dovuto essere riconosciuta quella di un'ampia e predominante parte dell'umanità: non per una qualche pericolosa insofferenza nei confronti della propria vita, o di un tedio nei riguardi di una comune quotidianità, ma, semplicemente, per una propria intima e innata esigenza volta a porsi in costante competizione con se stessa e con il mondo a sé circostante, per offrire un significato, in ciò, alla propria medesima esistenza. Uno spirito avventuriero, il suo, per amare il quale non vi sarebbero potute essere molte possibilità, ove o si sarebbe accettato di seguirla costantemente in ogni propria impresa, eventualità indubbiamente romantica, sicuramente affascinante, nella quale un giovinetto si sarebbe probabilmente precipitato a capo chino, e pur di non così semplice realizzazione, tale da frenare gli entusiasmi di un uomo adulto, di una mente più matura e più consapevole nel merito dei propri personali limiti; o, altrimenti, si sarebbe dovuto accettare un inevitabile, sì estemporaneo e pur forse perpetuamente reiterato, distacco, non vivendo quella separazione fisica quale una ragione di sofferenza, quanto, altresì, una via utile per dimostrare l'uno all'altra il proprio rispetto e la propria fedeltà, nonché per impegnarsi a non sprecare neppure un istante del tempo comunque loro concesso insieme.
E Be'Sihl Ahvn-Qa, che fra tutti gli amanti della donna guerriera si era dimostrato colui maggiormente capace di essere sempre presente nella sua vita senza, in ciò, imporle alcun vincolo di sorta nei propri riguardi, in grazia di tale successo avrebbe potuto vantar qual proprio un primato privo d'eguali nella propria costanza con lei in quegli ultimi quindici anni di relazione, fra amicizia, affetto e amore. Un risultato, il suo, che, per quanto concretizzatosi in un espresso legame solo da poco più di un anno, avrebbe probabilmente potuto essere obiettivamente riconosciuto superiore, persino, a quello conseguito dal primo, grande e mai dimenticato, amore della Figlia di Marr'Mahew in tempi di gran lunga antecedenti alla conquista di tale nome: l'ormai defunto capitano Salge Tresand, divenuto uomo negli stessi anni in cui ella era divenuta donna, accanto a lei, insieme a lei. Da quest'ultimo, infatti, ella si era dovuta prematuramente e dolorosamente separare in conseguenza a un'odiosa minaccia a opera della sua stessa gemella, che quella vita aveva giurato di estinguere se solo ella non avesse abbandonato sia lui che il mare a lei pur tanto caro; salvo poi, malgrado ogni quieta rassegnazione da lei pur dimostrata per anni innanzi a tale ricatto, vederlo alfine ugualmente ucciso per mano di uno degli uomini, dei pirati, al servizio di Nissa, rimasto in silenziosa e malevola attesa, traditore all'interno dell'equipaggio della Jol'Ange, del momento giusto per colpire.

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