11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
il Diario - l'Arte

News & Comunicazioni

E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 12 agosto 2012

1667


(Momento di profondo silenzio a seguito della domanda del principe. Sha'Maech si mostri al tempo stesso incuriosito e sconvolto dalla questione, tentando di reagire immediatamente con un secco "no", ma poi tacendo, portandosi la mano al mento e riflettendo attentamente sulla questione. Risulti evidente come non vi siano certezze in lui, a prescindere dalla risposta che offrirà al termine della riflessione, ma che, non per questo, non vi sia in lui la volontà di riuscire ad accontentare il proprio signore, sforzandosi di giungere a una risoluzione concreta nel merito del problema presentatogli.)
(Dopo non più di qualche istante, per non annoiare il pubblico, Sha'Maech cessi la propria pantomima, e conceda al proprio interlocutore qualcosa di ben lontano da quanto probabilmente egli auspicava.)
Sha'Maech – Io… non ho modo di esprimere un giudizio a tal riguardo. (Scuotendo il capo con aria sconfortata.) Purtroppo anche la mia scienza ha dei limiti, e non mi concedere di proferir responso qual oracolo, così come tu ora, mio principe, mi stai chiedendo di fare.
Mu’Sah – (Appaia chiaramente scontento di queste parole, di questa incertezza da parte del proprio consigliere, che alle sue orecchie, così come sta per spiegare, appare simile a una sentenza di colpevolezza.) Se non vi è modo per certificare l'innocenza della mia sposa, secondo la legge dei nostri avi e del nostro regno, ella ha da considerarsi colpevole. Colpevole fino a prova contraria. (Parole scandite con la massima freddezza espressiva, tali da apparire non scandite da un uomo coinvolto emotivamente nella questione, quanto da un giudice, retto e imparziale, che abbia qual unico scopo quello di far applicare la legge, in ogni sua più minuscola norma.)
Sha'Maech – Mio signore… (Tenta di protestare, nel sentirsi responsabile per quella condanna.)
Mu’Sah – Puoi tu forse, o mio fido Sha'Maech, presentare una qualche prova atta a certificare l'innocenza della mia sposa, al di sopra di ogni ragionevole dubbio?! (Replica, in parte riproponendo le parole precedenti, con il medesimo tono, e in parte cedendo al dolore, alla più intima sofferenza per il tradimento perpetrato a suo discapito.) Puoi tu dimostrare che colei che ho voluto al mio fianco in tutti questi anni, colei che ho considerato complice per me, colei che ho considerato madre per nostra figlia, altra non sia che una meretrice degna del peggior lupanare di tutto il regno di Kofreya, nostro acerrimo nemico da tempi immemori?! (Calcare la voce su "meretrice", "lupanare" e "Kofreya", a sottolineare questi quali gli insulti peggiori che potrebbe mai associare alla propria sposa.)
Sha'Maech – Contegno, mio signore. Contegno!
Mu'Sah – Contegno? (Quasi grida, ora, nel replicare all'esortazione del proprio consigliere, incapace persino a riconoscere o meno l'innocenza della sua ormai considerata ex-sposa.) Contegno, Sha'Maech?! (Ripete, dimostrando un'evidente ira, conseguenza naturale al dolore precedente.) Come puoi tu chiedermi contegno? Come puoi tu pretendere da me che io stesso non impugni ora una spada, per andare a sventrare quella cagna, gettandone poi i resti in pasto ai porci, come sarebbe giusto che fosse?! (Torna ad allungare le mani verso di lui, ora non per appoggiarle sopra le sue spalle, quanto per stringerle attorno a esse, sbatacchiandolo ripetutamente a ognuna delle questioni definite.) Se è vero che tu sei un uomo di scienza, un uomo colto e saggio, come puoi tu pretendere da parte mia contegno?!
Sha'Maech – (Comprendendo il pericolo intrinseco nella situazione, decide di porre da parte il timore naturale nel confronto con il principe, per trattarlo, ora, da semplice uomo, fosse anche in ciò posta in dubbio la sua esistenza più di quanto già non lo appaia in conseguenza alle risposte sbagliate fornitegli.) Contegno, mio principe! Sì, contegno! (Insiste, ripetendosi e confermandosi.) Perché se tu, che principe sei per diritto di nascita, nulla di più rispetto a un volgare oste riesci a dimostrar di essere, quale dignità potrà conservare ancora il nome della tua famiglia, quel nome che fu di tuo padre, e di suo padre e del padre di suo padre prima di lui?! (Questiona, cercando di offrire gli argomenti più forti ai quali riesce a pensare, argomenti, d'altronde, più che sinceri.)
Mu'Sah – Il mio nome, il nome di mio padre, di suo padre e del padre di suoi padre prima di lui, per così tante generazioni che alla fondazione stessa di Y'Shalf può essere fatto risalire senza fatica alcuna, (Puntualizza con un moto di inevitabile orgoglio.) è già stato insultato oltre luogo dalle oscene azioni poste in essere da mia moglie, guidata non da dignità nel suo agire ma solo da lussuria. Da sfrenata e bestiale lussuria. (Argomenta, in opposizione alla sposa.) E l'unico modo che ho per risanare questo danno, questa ferita, è quello di lavare l'onta con il sang…
Sha'Maech – E ad Ah'Reshia non pensi, mio principe? (Interrompe, cercando di distrarlo da quegli orrendi propositi di morte, quali ora è evidente animino il cuore dell'altro.) A tua figlia non pensi?! (Si ripete, per rendere ancor più esplicito il concetto.)
Mu'Sah – … mia… figlia?! (Replica, tentennando. Incerto, forse volutamente, sul significato di quell'intervento da parte del proprio fedele consigliere, mentre ne libera le spalle dalla propria stretta.)
Sha'Maech – Sì, tua figlia. (Annuisce, traendo poi un profondo respiro.) Tua figlia, che voi ama sopra ogni cosa. Tua figlia, che da quattro anni soffre silenziosamente per una famiglia che percepisce ormai qual a lei distante, qual a lei indifferente, per una separazione della quale si sente colpevole, per quanto non riesca a comprendere in qual modo, per quali ragioni ciò sia accaduto. (Spiega, riproponendo palesemente le parole che poc'anzi gli sono state offerte da parte di Reja, e che ora appaiono quanto mai appropriate.) Tua figlia, che sicuramente impazzirebbe nel vedere il sangue di sua madre bagnare le mani di suo padre, qual, ora, appare tanto insistentemente tuo proposito ottenere.
Mu'Sah – … mia… figlia… (Ripete ancora, ormai dimentico di ogni precedente furore e, ora, confuso, forse persino distratto nel confronto delle parole che Sha'Maech sta pronunciando, tanto la sua mente è stata rapita dal pensiero di quella bambina, ormai quasi donna.)
Sha'Maech – Tua figlia ti ama, mio signore. In te vorrebbe vedere tutto ciò che di buono e giusto esiste nel mondo. In te vorrebbe trovare un esempio di rettitudine e di nobiltà, un eroe da seguire a ogni costo. (Prosegue, insistendo ancora sui concetti già annunciati, gli unici che sembrano poter far leva sul cuore del principe, anche in questo momento di follia.) Eppure l'ombra che è calata sulla tua famiglia da quattro anni le ha impedito tutto questo, costringendola a cercare altrove ciò che avrebbe voluto e dovuto trovare in te, inseguendo miti lontani di donne guerriere, combattenti indomabili tali da far apparire le terribili amazzoni tal’harthiane quali semplici ragazzine capricciose. E dietro a tali canzoni portate dal vento, ella sogna, e sogna per sé una vita alla ventura… priva di un tetto sopra la propria testa; priva di responsabilità estranee a quelle verso il proprio stomaco; priva di un nome, qual quello della tua famiglia che, invece, dovrebbe renderla onorata oltremisura, tanto essa è nobile, tanto profonda è la sua storia, nella profondità della storia di questo regno, come da te appena ricordato. (Parla in maniera affrettata, quasi tutto d'un fiato, nel timore di un'interruzione da parte del principe, nel timore che egli possa estraniarsi dalle sue parole e, in ciò, perdersi nuovamente nei propri propositi di vendetta e di morte.)
Mu'Sah – Mia figlia… vuole questo?! (Chiede, rendendosi conto, nel confronto con tutto ciò, di non conoscere sua figlia, di non aver alcun rapporto con lei, con le sue ambizioni, con i suoi sogni.)
Sha'Maech – Tua figlia non sa quello che vuole. (Nega, scuotendo il capo.) E' una fanciulla, e come tale non ha ancora compreso quale possa o debba essere il suo posto nel mondo, distraendosi in ciò dietro ogni farfalla che le svolazza innanzi al naso. Il punto non è cosa elle possa volere… ma cosa ella possa avere. E ora, quello che a lei manca è una famiglia. Una vera famiglia.
(Nuovo intervallo di silenzio, ora non generato da Sha'Maech, ma conseguenza dell'assenza di una qualche replica da parte di Mu'Sah. E' Mu'Sah a restare in silenzio, smarrito e confuso nel confronto con quanto gli è appena stato riferito, quanto, in effetti, ha da considerarsi messaggio indiretto da parte della nutrice Reja, in conseguenza al dialogo appena occorso fra lei e il mentore.)
Mu'Sah – Ero certo che dalla tua saggezza avrei potuto trarre insegnamento, Sha'Maech. (Riprende voce alfine, a conclusione di quel discorso.) E ancora una volta non mi hai deluso. (Abbraccia le spalle di Sha'Maech con il proprio braccio destro e, nel contempo di tale riconoscimento, si incammina con lui verso il fronte destro del palco, nel mentre in cui il suo trono viene lentamente ritratto sulla sinistra.)
Farò quello che devo per il bene di mia figlia: solo a lei penserò. A lei e a null'altro. (Promette, ormai con Sha'Maech sul limite del palco, prossimi alle quinte.) Hai la mia parola, amico mio. Hai la mia parola. La parola di un principe… e di un padre.
(Mu'Sah, e Sha'Maech con lui, escono insieme.)

Nessun commento: