11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

lunedì 24 settembre 2012

1710

 
Scena IV

(Questa penultima scena dell’ultimo atto, prevede il ritorno alla sala del trono di Mu’Sah. Venga, quindi, nuovamente presentato l’ambiente caratterizzato da due ideali file di colonne parallele che, da sinistra a destra, conducano verso il trono del principe. Il trono, come già nelle scene precedenti, non sia subito sospinto in scena, ma compaia al momento opportuno, offrendo l’immagine di una sala molto più lunga di quanto non potrebbe essere offerta dall’estensione del palco.)
(Con fare furtivo, si palesi in scena Mu’Rehin, celandosi, idealmente, dietro una colonna e guardandosi preoccupato alle spalle, nel timore che qualcuno possa averlo intravisto o seguito.)
(Entra Mu’Rehin, da sinistra.)
Mu’Rehin – Ah’Reshia è stata di parola. Delle guardie a lei fedeli mi hanno fatto evadere. (Riassume, a beneficio del pubblico.) Tuttavia è una schiera estremamente ristretta, al contrario di quelle fedeli al principe: uomini che, un tempo, avevano votato la loro esistenza all’ubbidienza ai miei ordini, ma che ora, se solo mi trovassero qui, fuggito dalla cella in cui ero stato confinato, sono certo che non avrebbero dubbi ad aggredirmi, e ad uccidermi, fosse loro riconosciuta l’opportunità di farlo.
Ma non sarà così. Non secondo i piani di Ah’Reshia. Perché il principe morirà ben prima che chiunque possa trovarmi, possa avere notizia della mia fuga. E nella sua morte, io sarò il nuovo principe e i traditori dovranno tornare a offrirmi la loro fedeltà. (Sorride a tale pensiero.) Ovviamente colui che è stato causa della morte di Kona, tentando di conficcarmi un dardo in mezzo alle spalle, sarà giustiziato, come è giusto che sia. Ma agli altri, a coloro che hanno commesso il solo errore di credere alle menzogne di Mu’Sah, sarà offerta un’opportunità di redenzione, che dovranno impiegare per ritrattare il loro rinnegarmi, e per invocare il mio perdono per l’errore commesso. In buona fede, certo, ma pur errore.
(Guardandosi attorno, per assicurarsi di non essere visto, si lasci scivolare verso la colonna successiva, e verso il centro del palco, lì celandosi nuovamente e aspettando l’evidenza dell’assenza di sorprese a proprio discapito.)
Mu’Rehin – Brava Ah’Reshia. (Riconosce nuovamente, citando ancora colei che ha sempre considerato qual propria cugina.) Tanto odiosa quanto amabile. (Commenta, scuotendo appena il capo nell’evidente tentativo di allontanare da sé l’immagine di lei.) Se non avessi da temerla, sarebbe una compagna meravigliosa… soprattutto ora che ho scoperto non essere mai stata mia cugina.
Purtroppo ho scoperto anche altre cose di lei, come un interesse tale da precludermi qualunque fantasia a lei dedicata. E ciò è un peccato. E’ un vero peccato. O, tale sarebbe, se non fosse nelle mie prerogative l’eventualità di liberarmi di lei dopo essermi liberato del principe. (Annuncia, con tono cospiratorio.) Dopotutto non posso permettermi che ella muti idea, e decida di mantenere qual proprio quel trono sul quale non è suo diritto sedere. Così… sebbene non le appartenga il medesimo sangue dell’assassino di mio padre, sarà parimenti mia premura quella di vendicarne la morte, con massima incisività e necessaria crudeltà. Provvedimenti forse non popolari, almeno in un primo momento, ma che saranno presto dimenticati nel confronto con l’inizio di quella nuova era di luce che caratterizzerà la mia presenza in questo palazzo, in questa reggia.
In me, come mai in mio zio, rifulgerà l’eredità della nostra gloriosa famiglia, il cui nome verrà riportato ai fasti di un tempo… di quel tempo in cui persino il sultano era solito confrontarsi con noi prima di maturare un’opinione, fosse anche su qual nuova moglie eleggere al proprio fianco.
(Nuova colonna conquistata, questa volta mimando, ancor più che compiendo, il movimento utile ad avanzare, a proseguire innanzi, e pur, malgrado ciò, raggiungendo idealmente una terza colonna, contro la quale egli trovi ancora rifugio.)
Mu’Rehin – Io rappresento il futuro di questa famiglia. Mu’Sah, così come Ah’Reshia, ne rappresentano semplicemente gli errori passati. Errori che sarà mia premura evitare di ripetere, onde non cadere allo stesso modo in cui loro presto cadranno.
La storia dell’umanità è basata sull’evoluzione, non sull’involuzione, e laddove Mu’Sah non ha migliorato nulla, peggiorando altresì tutto, e laddove Ah’Reshia non potrebbe migliorare nulla, non avendo alcun interesse in tal senso, è la Storia ad autorizzarmi, a impormi di prendere le redini di questo folle giuoco, prima che tutto possa essere distrutto, prima che quanto i nostri avi hanno realizzato possa finire al macero. (Spiega, giustificando in tal modo ogni propria possibile azione, ogni scelta che ha compiuto e che, ancora, compierà.) Il mio ha da intendersi, a ben vedere, quale un dovere morale… non quale una semplice volontà personale. E nel nome di questo dovere morale io agirò.
Io agirò. E se agirò con troppa durezza, o con eccessiva leggerezza, sarà la Storia stessa a giudicarlo, colpevolizzandomi o assolvendomi, ma comunque ricordandomi come l’uomo del cambiamento, l’uomo che ha saputo trasformare una tragedia in un nuovo inizio, un’occasione di resurrezione, così come solo una fenice sarebbe altresì in grado di compiere.
(Parole esaltate, le sue, che risuonino quali espressioni dei suoi pensieri, ancor prima che un concreto monologo, lì altrimenti del tutto inopportuno, dato il luogo e dato il momento. Il suo avvicinarsi al trono, e all’avversario lì ricercato, infatti, abbia a considerarsi assolutamente discreto, silenzioso e potenzialmente letale, qual egli desidera, infatti, essere per il principe.)
(Il cospiratore, ex-capo delle guardie, avanzi ancora, conquistando una nuova colonna pur senza sostanzialmente muoversi rispetto alla propria posizione attuale sul palco. Un movimento nel quale, come in ogni altra scena in questo particolare contesto, dovrà essere posto tutto l’impegno recitativo e fisico dell’attore onde evitare di apparire simile a pantomima, tradendo in tal modo la tragica serietà del momento.)
Mu’Rehin – Ancora pochi passi… (Riprende a commentare, osservandosi attorno per assicurarsi di non essere seguito.) Ancora pochi passi, e raggiungerò il principe. E sarò nuovamente al cospetto del mio antagonista, dell’uomo che avrei già dovuto uccidere ma che non ho avuto ancora la possibilità di affrontare così come ho desiderato per giorni, sin dall’annuncio della morte di mio padre.
Ma… Ah’Reshia? (Domanda poi, con una certa irrequietudine.) Dove è finita?!
Non sia mai che io affronti il principe senza che ella, con la propria presenza, avalli la legittimità di questa rivolta, di questa ribellione in contrasto al suo potere sovrano, rendendo la morte di Mu’Sah non un semplice omicidio, quanto, e piuttosto, la deposizione di un tiranno, motivo per il quale alcuna voce, dal popolo, si potrà levare in contrasto a questa morte, da accogliersi, altresì, qual atto di liberazione.
Ma… dove si è cacciata? Dopo tanta severità a mio discapito, possibile che sia proprio ella a violare i termini della sua stessa strategia?!
(Un lungo istante di silenzio sia concesso allora dall’uomo, nel mentre in cui ingresso in scena di Ah’Reshia venga vanamente atteso. Purtroppo, per gli eventi ai quali il pubblico ha pocanzi assistito, impossibile ha da considerarsi simile apparizione, benché, ovviamente, al Mu’Rehin non sia concessa tale consapevolezza, non avendo neppure avuto occasione di essere informato nel merito della morte della zia.)
Mu’Rehin – Mi spiace per lei… ma non posso permettermi di aspettare altro tempo. (Conclude, storcendo le labbra verso il basso.) Se voglio sorprendere il principe e vincerlo prima dell’arrivo di qualche nuova guardia in sua difesa, devo agire ora… e agire deciso, senza che stupide chiacchiere mi possano distrarre dal mio fine ultimo, come è giù accaduto al primo tentativo. (Sancisce, dimostrando di voler apprendere dai propri errori per non commettere più le propri e stesse, precedenti ingenuità.)
Mu’Sah deve morire… ora!
(Animato da tale intento, egli balzi verso destra, compiendo qualche passo rapido verso iil fronte opposto del palco. Nel contempo di ciò, il trono venga spinto, come già in precedenza, all’interno del palco, comparendo sull’estremità destra del medesimo, a dimostrazione dell’ormai completo avvicinamento compiuto da parte del cospiratore. Purtroppo per lui, però, tale scanno si presenti completamente… vuoto.)

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